Mentre si appresta a far calare il sipario su una carriera di altissimo livello durata oltre 20 anni, Edwin van der Sar spera in un ultimo grande successo: la vittoria del suo Manchester United FC nella finale di UEFA Champions League contro l’FC Barcelona.
La gara di Wembley sarà l’ultima per il 40enne olandese, che in sei anni a Manchester ha vinto quattro campionati (l’ultimo dei quali quest’anno) e ha raggiunto altre due finali di UEFA Champions League. Van der Sar, tuttavia, non ha rimpianti, come spiega a UEFA.com: “È il momento giusto per fermarmi, più in alto non posso arrivare”. Anche se i compagni lo hanno invitato a ripensarci, il portiere non ha avuto esitazioni: “È sempre bello vedere che la gente ti vuole bene e ti apprezza. Quando mi dicono ‘Sei stato bravo, ci mancherai’ sono contento, ma a un certo punto devo pensare a quello che è meglio per me”.
L’ultimo trionfo in campionato è stato l’ottavo per l’estremo difensore, vincitore di quattro titoli con l’AFC Ajax. In una carriera che conta anche 130 presenze nell’Olanda (più di ogni altro giocatore), van de Sar ha sempre occupato i posti che contano in UEFA Champions League. Titolare nell’Ajax che ha battuto l’AC Milan nella finale del 1995, ha perso contro la Juventus l’anno successivo, mentre con lo United ha raggiunto le finali del 2008 e 2009. “È una bella sensazione – commenta -. Ne ho già giocate quattro e affrontare il Barcellona a Wembley sarà molto speciale”.
“Un calciatore sogna di giocare in nazionale e di vincere la Champions League. Se la vinci, tieni la coppa in mano per cinque secondi, poi la passi a un compagno. Il dopo, però, vedi la tua foto con la coppa e capisci che quell’immagine rimarrà nel tempo”.
Delle quattro finali disputate, van der Sar ricorda più volentieri quella del 2008 a Mosca, vinta ai rigori per 6-5 contro il Chelsea FC: “Si ricordano quelle vinte piuttosto che quelle perse, credo sia normale. Quello che mi rimane più impresso è la parata su Anelka. Grazie a quella parata abbiamo vinto la coppa, mentre di solito si vince trasformando l’ultimo rigore. Magari potesse accadere di nuovo!”.
Per fare in modo che accada, lo United deve prendersi una rivincita contro un Barcellona che due anni fa lo ha battuto 2-0 a Roma. Van der Sar è però convinto che molto sia cambiato: “Abbiamo perso due ottimi giocatori come [Cristiano] Ronaldo e [Carlos] Tévez; ne sono arrivati altri, siamo maturati e forse abbiamo cambiato anche un po’ il nostro modo di giocare. Il Barcellona gioca sempre in modo spettacolare e ha tenuto la maggior parte dei giocatori. Per noi sarà fondamentale segnare il primo gol. A Roma siamo andati in svantaggio ed è stato difficile recuperare, ma cercheremo di rimediare”.
La rosa dello United è caratterizzata da giocatori esperti e giovani talenti e van der Sar spera che questa miscela sia vincente: “Quella di Mosca è stata la prima finale per alcuni giovani, che a Roma erano già abbastanza esperti. Poi ci sono sono quelli che hanno già disputato le finali degli anni ’90 e possono sempre essere utili. Meritiamo di essere qui per come abbiamo giocato in tutta la stagione, specialmente nella seconda parte. Siamo sul binario giusto e speriamo di aver imparato dagli errori del 2009”.
Edwin van der Sar, passato dal Fulham FC allo United nel 2005, ammette che la sua permanenza all’Old Trafford è stata superiore alle aspettative: “Quando vai in una squadra come il Manchester United, ti aspetti di vincere un campionato e fare bene in Champions League, ma io avevo firmato solo per due anni. Mi sarebbe bastato vincere il campionato una volta e magari chiudere la carriera all’Ajax a 36 anni, ma per fortuna le cose sono andate diversamente e ne sono contento”.
Van der Sar attribuisce la sua longevità alla mancanza di infortuni, ma la sua descrizione degli allenamenti (che definisce “un piacere quotidiano”) fa capire come l’etica lavorativa gli abbia permesso di rimanere a questi livelli per così tanto tempo. Ora, il portiere pensa al capitolo successivo: “Vorrò un po’ di spazio. Magari mi allontanerò un po’ dal calcio per dedicarmi ai miei hobby. Mi piace giocare a golf e passare il tempo con la mia famiglia. Di solito pensi sempre agli allenamenti e non hai tempo per queste cose”.
Infine, c’è la sua eredità. Alla domanda “Come vorresti essere ricordato?”, van der Sar risponde con la solita modestia: “Lascio questo compito agli altri. Per me contava solo fare del mio meglio ed essere un modello per i bambini. Spero che mi abbiano apprezzato per come giocavo e abbiano visto che per ottenere qualcosa nel calcio ci vuole dedizione”.
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