domenica , 24 Novembre 2024
Importante

Rooney “Non ho ragioni per lasciare lo United”

Ecco a voi l’intera intervista a Wayne Rooney, realizzata e pubblicata da La Gazzetta dello Sport.





Anche in carne e ossa, fasciato nell’elegantissimo completo grigio della società, Wayne Rooney lo scambieresti per un pugile: tarchiato, naso schiacciato, due braccia possenti, mani grosse. La chiacchierata parte proprio da lì, dal suo primo amore: la boxe. “É stato mio padre a trasmettermi quella passione: combatteva e non era male. Quando ero piccolo ho fatto pugilato e mi piaceva un sacco. Sono andato avanti con i pugni e il pallone per un po’ di anni, poi ho dovuto prendere una decisione e ho scelto il football”.


Tifoso di…? 
“Mike Tyson. Da ragazzino seguivo tutti i suoi match. Poi sono riuscito anche a incontrarlo un paio di volte e in un’occasione mi ha regalato i guantoni autografati: sono uno degli oggetti che custodisco più gelosamente”.



Lei è cresciuto con la febbre di famiglia per l’Everton e per tutto il calcio, che avidamente vedeva in TV. Un intenditore con il sogno di entrare un giorno a Old Trafford… 
“É lo stadio che ti trasmette le più belle sensazioni. Anche quando giocavo nell’Everton non vedevo l’ora di fare quella trasferta”.


Qual è la squadra per cui pagherebbe più volentieri il biglietto? 
“A parte il Manchester United, non ho dubbi: Barcellona e Real Madrid. Hanno così tanti calciatori di talento: c’è sempre la possibilità di vedere un grande spettacolo”.


E il giocatore che non si stuferebbe mai di guardare? 
“La risposta mi sembra ovvia: Messi. Ha piedi velocissimi e tanto cervello. Quando lo vedi in campo ti fa sembrare tutto così semplice”.



Ha già rivisto la finale di Champions con il Barcellona? 
“Non per intero, solo qualche spezzone. Sinceramente, non ne ho molta voglia. Non credo che abbiamo commesso errori particolari. Non penso che ci sia da vergognarsi a dire che in quella serata il Barça ci sia stato superiore e abbia meritato di vincere”.


Nell’ordine: Messi, Cristiano Ronaldo, Rooney. Le piacciono le classifiche individuali? 
“Non ci faccio troppa attenzione, anche se essere considerato nei top 3 ti riempie di orgoglio. Ma ciascuno di noi calciatori sa bene che ciò che conta davvero è vincere i campionati e le coppe”.


Siete i campioni d’Inghilterra, ma ripetersi è sempre più difficile. Ora avete in città anche la concorrenza del City. 
“Ci sono almeno cinque o sei squadre che potranno giocarsi il campionato quest’anno, fra cui anche il Man City. Ma nella Premiership, più che in altri Paesi, devi sudare anche quando affronti team che stanno in fondo alla classifica”.


E Mario Balotelli le piace? 
“Sinceramente non lo conosco, non l’ho mai incontrato fuori dal campo. Dentro mi sembra un buon giocatore”.


Spesso in Inghilterra siete molto critici nei confronti del nostro calcio. Perché? 
“Non sono d’accordo. Io sono cresciuto guardando in tv la Serie A. Allora era il football che tutti conoscevano, forse il più bello d’Europa. Ovvio, adesso non è più come prima, ma se guardate team come il Milan, imbottiti di campioni, è sempre un bello show. Io mi diverto ancora”.


La squadra italiana che le piace di più?
“Il Milan. Anche storicamente. Lo abbiamo affrontato diverse volte e non riesco a dimenticare le due volte in cui eliminarono, così come il bellissimo 4-0 che gli abbiamo rifilato un anno fa”.


Chi è il giocatore della Serie A che più predilige?
“Prima che si ritirasse, ero un tifoso di Maldini: è sempre stato un esempio. Adesso, invece, mi diverte molto Clarence Seedorf”.


E Sneijder non le piace? Sembra che il suo allenatore, Ferguson, sia innamorato di lui
Ride. “Sto con Seedorf. Comunque di mercato non so niente: è roba da manager”.


E Federico Macheda resterà con voi?
“Di nuovo, non mi compete. Ma è un vero talento”.


Avrà un giorno la tentazione di andare all’estero?
“Non ci ho mai pensato. A Manchester e in Inghilterra sono felice e qui ho la mia famiglia, non ho ragioni per andarmene”.


Chi è lo sportivo, al di fuori del calcio, che ammira di più?
“Seguivo Pete Sampras quando vinceva a Wimbledon. Davvero un grande”.


E nel football?
Riflette un po’ prima di rispondere: “Zidane: fantastico”.


E se non fosse inglese in quale nazionale giocherebbe?
“Il Brasile”.


Intervista realizzata da Massimo Lopes Pegna per La Gazzetta dello Sport

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