venerdì , 22 Novembre 2024
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Gary Neville: “Si cercano, sempre, delle scuse per giustificare le brutte prestazioni della Nazionale”

L’espulsione di Wayne Rooney, rimediata nella partita contro il Montenegro, non è, ovviamente, passata inosservata ai media inglesi che, come ci si poteva aspettare, si sono gettati, a capofitto, sulla vicenda per “crocifiggere” l’attaccante del Manchester United e trattarlo come peggio non si sarebbe potuto fare (sembra, quasi, che aspettassero, soltanto, un’occasione simile…). A difendere il numero 10 dei Red Devils ci ha pensato Gary Neville, ex-capitano del club di Old Trafford, il quale ha dichiarato che l’accanimento avuto, dalla stampa, sulla vicenda occorsa all’ex-giocatore dell’Everton ha distratto le persone da quelle che sono le, vere, cause (secondo Neville) delle brutte prestazioni della Nazionale Inglese da qualche anno a questa parte, ovvero, la mancanza di qualità: “Stavo guardando la partita e sono rimasto, molto, dispiaciuto per l’espulsione di Wayne, ma il vero danno provocato da quanto accaduto è che, ora, la maggior parte della gente se la prenderà, esclusivamente, con lui e non andrà a vedere, invece, quali sono le, reali, cause delle scialbe prestazioni della Nazionale. In Inghilterra, si tende, spesso (troppo), a cercare delle scuse piuttosto che, invece, andare ad analizzare il problema e, secondo me, il, vero, problema è che la Nazionale non è forte abbastanza da poter competere con, ad esempio, Spagna, Francia e Germania. Quando guardo, a mente fredda, chi gioca con la maglia dei Tre Leoni, vedo che i giocatori principali sono John Terry, Gary Cahill, Scott Parker, Gareth Barry, Darren Bent e Wayne Rooney e, per come la penso io, tutto ciò non basta per affrontare, ad armi pari, le principali squadre nazionali.”
Neville ha, anche, voluto esprimere il proprio pensiero sulla pressione che l’intera Inghilterra ha messo, negli ultimi campionati europei e mondiali, sui suoi ex-compagni di squadra, caricandoli di responsabilità, forse, eccessive: “Quando arrivano i tornei internazionali, andiamo a riporre, sempre, tutte le speranze su un unico giocatore. Fu così nel 2002 con Beckham e nel 2006 e 2010 con Rooney ma, se vogliamo, possiamo, addirittura, andare indietro di qualche anno in più: negli anni ’70 e ’80 succedeva la stessa, identica, cosa con Kevin Keegan e Bryan Robson.”

Nicolò Temperoni

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