Wayne Rooney è soddisfatto per la storica rimonta messa a segno quest’oggi dallo United ai danni del Chelsea, nata proprio grazie a due rigori messi a segno da lui stesso. Il fuoriclasse inglese dice di sentirsi un rigorista sicuro e punzecchia i giocatori del City: “sul 3-0 dovevano essere convinti che fosse già finita…”.
“Ho pensato che, se riuscivamo a segnare un goal subito, c’era sempre una possibilità per poter riprendere il match,” ha dichiarato Rooney a MUTV. “Stavamo controllando il match ed abbiamo avuto la fortuna di segnare anche il secondo goal pochi minuti dopo il primo. Ciò ci ha dato tutto il tempo per completare la rimonta.”
“Avevo sbagliato gli ultimi due rigori calciati prima di oggi ed il manager mi ha chiesto se volevo continuare a tirarli. In testa non avevo dubbi. Mi sento sicuro quando batto un rigore e li ho calciati spesso negli ultimi due/tre anni, dal momento che sono rigorista. Non avevo dubbi, quindi ho deciso di voler continuare a tirarli io.”
Rooney sottolinea anche il grande spirito dello United nel riuscire a recuperare un match che sembrava perso, ammettendo che a stimolare la squadra è stata anche l’idea che i giocatori del City godessero del risultato che vedeva il Chelsea avanti di tre goal.
“Tutti sanno che la maggior parte delle squadre, dopo aver subito il 3-0, si siedono e accettano la sconfitta,” ha proseguito Rooney. “Ma noi non ci siamo arresi e ci siamo battuti, lottando duramente ed abbiamo ottenuto il 3-1, il 3-2 e poi il pareggio. Anche se avremmo perso, almeno eravamo consapevoli di aver dato il massimo e siamo felici di essere riusciti a strappare il punto, ma siamo un po’ dispiaciuti per non averne ottenuti tre.”
“Sono sicuro che tutti i giocatori del City avranno visto la gara e che, probabilmente, sul 3-0 pensavano che il match fosse finito. Ma so che non gli sara più piaciuto molto vedere il modo in cui abbiamo combattuto e come siamo riusciti a rimontare. Ciò dimostra qual è il nostro vero spirito di squadra, quanto lavoriamo duramente e che siamo molto difficili da battere.”
Marco Antonucci