Il più grande sondaggio fatto su scala mondiale in merito al club più seguito al Mondo, indetto dalla FIFA, incorona il Manchester United come la squadra più popolare del pianeta. Sarebbero, infatti, circa 659 milioni le persone che conoscono e che supportano i Red Devils.
Il sondaggio è stato coordinato dall’agenzia leader del settore, la Kantar, ed ha coinvolto circa 54.000 persone in ognuno dei 39 paesi coinvolti. Lo United è stato indicato da circa 659 milioni di persone come il club più tifato e conosciuto al Mondo.
Richard Arnold, il direttore commerciale del club, ha commentato la strategia che lo United ha adottato per farsi conoscere meglio nel Mondo e per diventare il club numero uno:
“Il Manchester United ha costruito la propria tradizione attraverso giocatori che sono stati un’icona per intere generazioni, raggiungendo risultati storici e costruendo squadra sensazionali. Le nostre gare sono trasmesse a ben a oltre 1 miliardo di famiglie nel Mondo, circa 4 miliardi all’anno.”
“Siamo seguiti in tutto il Mondo ed avere tutta questo sostegno e questa passione da parte dei tifosi, anno dopo anno, ci fa capire che possiamo continuare a fare ancora per molto tempo ciò che conta di più: giocare un buon calcio e conquistare trofei.”
“La crescita dei nostri sostenitori dal 2007 è collegabile alle nostre nuove iniziative per avvicinare tante altre persone al club. Abbiamo aumentato ancora di più l’audience televisivo nell’ultima stagione, c’è stato anche l’aumento degli abbonamenti tramite i nostri partner in giro per il Mondo, poi bisogna considerare anche il successo avuto dal video del bellissimo goal in rovesciata di Wayne Rooney nel derby contro il Manchester City e tutto ciò fa capire che siamo in crescita esponenziale.”
“Con il Champ19ns DHL Trophy Tour si è vista la passione di tanti tifosi in tutte e 38 le città che abbiamo visitato nel Mondo, poi non c’è spiaggia o strada del Mondo dove non si vede una maglia della Nike o della AON. Questo sondaggio dimostra che la nostra famiglia diventa sempre più grande.”
Marco Antonucci