Pochi minuti fa è arrivata finalmente la notizia che chiude il caso Dimitar Berbatov: il centravanti bulgaro è ufficialmente un giocatore del Fulham. Il club londinese ha raggiunto un accordo di massima anche con il giocatore, che dopo quattro anni esatti lascia definitivamente il Manchester United. Nell’articolo ripercorriamo la carriera del 31enne attaccante nello United.
Arrivato proprio il 31 Agosto del 2008, Dimitar Berbatov approda al Manchester United con grandi aspettative e completando un reparto attaccanti stellare, composto anche da Carlos Tévez, Cristiano Ronaldo e Wayne Rooney. Il suo esordio avviene pochi giorni dopo nel match di campionato contro il Liverpool, dove sforna subito un assist per il momentaneo 1-0 di Carlos Tévez. Il suoi primi due goal arrivano al debutto in Champions League con la maglia dello United, dove i Red Devils vincono con un secco 3-0 sul campo dei danesi dell’Aalborg. Berbatov sigla due reti di pregevole fattura, di cui uno in semirovesciata. Dopo aver siglato anche il suo primo goal in Premier League nel 4-0 interno sul West Bromwich Albion, qualche settimana più tardi, il bulgaro sigla un’altra pesante doppietta in Champions League nel 3-0 al Celtic. L’ottimo inizio dell’ex giocatore del Tottenham Hotspur viene impreziosito da una giocata da copertina in un match infrasettimanale di campionato contro il West Ham United, dove salta un difensore sulla linea di fondo con una fantastica veronica per servire a Cristiano Ronaldo l’assist per il definitivo 2-0.
Fino ad inizio Marzo 2009, Berbatov continua a mantenere abbastanza alto il livello delle proprie performance e sigla altri goal importanti, fra cui quello del definitivo 3-0 sui rivali del Chelsea e il goal che vale la qualificazione ai quarti di finale di FA Cup contro la sua ex squadra, il Tottenham Hotspur. Negli ultimi due mesi della stagione, però, subisce un netto calo. Il bulgaro segna soltanto un goal, sempre contro i suoi ex Spurs, e commette il primo dei due errori che costa la sconfitta ai calci di rigore contro l’Everton in semifinale di FA Cup. La stagione si chiude con l’amara finale di Roma della UEFA Champions League, dove Berbatov gioca soltanto gli ultimi 25 minuti e senza impedire il 2-0 finale in favore del Barcelona. Nella sua prima stagione lascia comunque un buon segno, tanto da essere visto da Sir Alex Ferguson come un buon sostituto dei partenti Carlos Tévez e Cristiano Ronaldo.
La stagione 2009/2010, però, non si rivela delle più felici né per il giocatore, né per la squadra. Berbatov segna soltanto in campionato (12 goal totali) e si smarrisce quasi totalmente in tutte le altre competizioni. Con l’infortunio di Wayne Rooney a fine Marzo 2010, Ferguson gli affida il difficilmente compito di sostituire il fuoriclasse inglese. Ma le aspettative del manager scozzese non vengono ripagate ed il titolo finisce nella mani del Chelsea dopo tre anni di dominio Red Devils.
L’annata 2010/2011, invece, riscopre un Dimitar Berbatov in stato di grazia ed il bulgaro diventa uno dei principali artefici dello storico 19esimo titolo del Manchester United, nonostante l’arrivo del messicano Javier Hernández. Ad inizio stagione segna in pallonetto nel Community Shield contro il Chelsea e demolisce il Liverpool con una straordinaria tripletta, segnando uno dei tre goal con una spettacolare rovesciata e siglando il 3-2 finale a pochi minuti dal termine. La straordinario stato di forma del bulgaro compensa la cattiva forma di Wayne Rooney, in quei giorni al centro di un vero e proprio caso di mercato, dove l’attaccante inglese annunciò un clamoroso addio al club per poi cambiare idea giorni dopo. Berbatov è l’indiscusso trascinatore dei Red Devils in Premier League e mette a segno addirittura una fantastica cinquina nel 7-1 sul Blackburn Rovers. A Gennaio, nel giro di tre giorni, prima stende il Birmingham City con una tripletta e, poi, firma con una doppietta la straordinaria rimonta da 2-0 a 2-3 del Manchester United sul campo del Blackpool. Tre punti importantissimi, che si riveleranno poi fondamentali per la conquista del titolo. Sembra una stagione pressoché perfetta per lui, ma ecco che arriva il match che gli costa la fiducia di Sir Alex Ferguson: il 16 Aprile va in scena il derby fra City e United in semifinale di FA Cup, match nel quale il manager dei Red Devils punta su Berbatov come unico attaccante (vista la squalifica di Wayne Rooney). Il bulgaro, però, questa volta non ripaga la fiducia del proprio allenatore e fallisce due clamorose occasioni da goal che costano la sconfitta. Di fatto, da quella partita il giocatore esce definitivamente dai pieni del tecnico e non viene neanche convocato per la finale di UEFA Champions League contro il Barcelona (persa 3-1).
Nella passata stagione, complice anche il ritorno di Danny Welbeck dal prestito al Sunderland, gioca con il contagocce e viene relegato al ruolo di quarto attaccante delle rosa. Nelle sue poche apparizione, la maggior parte avvenute fra il periodo natalizio ed inizio Gennaio, segna comunque diversi goal. Dopo aver segnato con un pregevole colpo di tacco al Craven Cottage contro il Fulham, sigla una tripletta (segnando anche il suo primo goal su calcio di rigore nella carriera allo United) nel 5-0 sul Wigan Athletic e si ripete pochi giorni dopo contro il Blackburn Rovers, segnando ben due goal che avevano inizialmente rimontato dallo 0-2 al 2-2 (il match è poi finito clamorosamente 3-2 in favore degli ospiti). Il suo ultimo goal con la maglia del Manchester United lo segna il 31 Gennaio 2012, dove trasforma un calcio di rigore contro lo Stoke City. Da lì in poi, il centravanti bulgaro non vede quasi mai il campo e Ferguson annuncia il suo addio al termine della stagione.
Addio che è arrivato oggi, dopo una serie di trattative con diversi club e dopo una vera e propria telenovela negli ultimi due giorni. Forse non si sarà rivelato il fenomeno che in molti si aspettavano, ma Dimitar Berbatov lascia comunque il Manchester United con ottimi ricordi e ottimi risultati. L’unico rimpianto è di non aver mai potuto gustare fino in fondo un talento potenzialmente devastante. Dimitar la classe ce l’ha tutta e non si può che augurargli buona fortuna per la sua nuova avventura a Londra con il Fulham. Arrivederci, Dimitar. Talento e genio incompreso, quanto svogliato delle volte.
Marco Antonucci
e’ un eterno incompiuto…un bagaglio tecnico stratosferico a servizio di un carattere troppo svogliato e ombroso…che spreco,peccato…