Se c’è una cosa su cui credo tutti siano d’accordo, è il dire che la settimana appena passata sia stata la peggiore vissuta dal Manchester United nella stagione 2012/2013. Eppure, vista la goleada rifilata al Norwich City non meno di 9 giorni fa, le cose sembravano essere tutte rose e fiori per la squadra di Sir Alex Ferguson; poi, però, è arrivato il minuto numero 56 della sfida con il Real Madrid e da lì in poi sembra che sia cambiato tutto: eliminazione (ingiusta) dalla Uefa Champions League e conseguente stato di shock, confermato anche dal manager scozzese. La sfida di ieri, perciò, diventava ancor più importante, perché poteva permettere ai Red Devils di mettere a tacere tutte le critiche (basate sul nulla, visto che contro la squadra di José Mourinho tutto è mancato fuorché il valore e l’impegno) e di dimostrare, se ancora ce ne fosse bisogno in questa stagione, la propria forza. E tutto era cominciato nel migliore dei modi: nemmeno 12 minuti sul cronometro e lo United era già avanti 2-0 grazie alle reti di Javier Hernández e di Wayne Rooney; insomma, la partita sembrava già bella che chiusa. Poi, però, è avvenuto quello che molti temevano: il calo fisico dovuto agli impegni ravvicinati; nel secondo tempo, infatti, la squadra di Ferguson si è semplicemente liquefatta, sparendo completamente dal campo e lasciando l’inerzia della partita nelle mani del Chelsea, che ha saputo rimontare (come, peraltro, già successo in campionato) i due gol di svantaggio e ha costretto così i Diavoli Rossi ad andarsi a giocare l’accesso alla semifinale di F.A. Cup in quel di Stamford Bridge, dove li aspetterà un clima di certo non amichevole. Molti personaggi, compresi Ferguson e Rafael Benítez, hanno voluto dire la loro per spiegare quanto accaduto ieri e tra questi c’è anche Rio Ferdinand, il quale ha accusato sé stesso e i suoi compagni di squadra di essere stati poco cinici e di non aver chiuso la sfida già nel primo tempo: “Siamo sconsolati, specialmente considerando come avevamo giocato nel primo tempo. Avremmo dovuto chiudere i conti già nella prima frazione, ma invece abbiamo permesso ai blues di prendere in mano le redini dell’incontro e di raggiungerci. Fortunatamente, David ha effettuato un paio di parate sensazionali che ci hanno tenuto a galla, ma resta il fatto che questa era una partita che doveva essere chiusa già nei primi 20 minuti; se fosse stato così, non saremmo quì a parlare di parate o chissà cosa. La cosa che ci da più fastidio è che adesso il modo spettacolare in cui abbiamo giocato nel primo tempo passerà in secondo piano e non verrà notato da nessuno. Si parlerà, piuttosto, di come abbiamo finito l’incontro, il che non è un bene. Stavamo giocando veramente da dio, ma ci siamo concessi il lusso di rilassarci; se ti rilassi, a questi livelli, vieni punito e infatti è andata proprio così.”
Il roccioso difensore centrale londinese ha, poi, voluto concordare con quanto affermato da Ferguson riguardo alla stanchezza causata dalla partita con il Real Madrid: “Penso che si sia visto che ad alcuni di noi le gambe non reggevano più e si è notato soprattutto quando la sfida era tornata ad essere aperta e con le squadre allungate. Tutto questo, però, non può essere usato come scusa. Comunque, siamo ancora dentro e Wembley è ad un passo, sia per noi che per il Chelsea. Siamo sicuri dei nostri mezzi e sentiamo di poter vincere il replay. Abbiamo già vinto a Stamford Bridge in questa stagione e con la squadra che abbiamo possiamo andare in ogni campo senza temere nessuno.”
Nicolò Temperoni