Grande festa per Rio Ferdinand all’Old Trafford per il suo Testimonial Match, in una serata che, però, alla fine si è rivelata amara per Rio e compagni. Il Sevilla esce vittorioso per 3-1, superando lo United anche sul piano del gioco per diversi tratti dell’incontro. Gli spagnoli mettono a segno un micidiale uno-due nel primo tempo, grazie ai goal di Vitolo e Marko Marin. La rete di Antonio Valencia riapre i giochi nella ripresa, ma in pieno recupero arriva il goal che chiude definitivamente, ad opera di Bryan Rabello.
La cronaca
Per il Testimonial Match di Rio Ferdinand, David Moyes presenta questa formazione: 1 David de Gea; 22 Fábio da Silva, 5 Rio Ferdinand, 12 Chris Smalling, 28 Alexander Büttner; 7 Antonio Valencia, 23 Tom Cleverley, 8 Anderson, 26 Shinji Kagawa, 44 Adnan Januzaj; 21 Ángelo Henríquez.
Il primo tentativo è del Sevilla con l’argentino Diego Perotti dopo cinque minuti, quando l’esterno argentino si accentra dalla sinistra e prova una conclusione che termina a lato. Al 10′ minuto, Ángelo Henríquez si ritrova a tu per tu con il portiere, ben servito da Adnan Januzaj, ma la sua conclusione finisce addosso a Beto. Sei minuti dopo, l’estremo difensore ospite para in due tempi una conclusione dalla distanza di Alexander Büttner.
Poco dopo torna a farsi vivo il Sevilla con Carlos Bacca, ma la sua conclusione termina alta sopra la traversa. Al 20′, però, gli spagnoli trovano il goal del vantaggio con Vitolo che, scattando sul filo del fuorigioco, sfrutta al meglio l’assist di Diego Perotti e batte David de Gea con un preciso rasoterra.
Passano altri quattro minuti e arriva anche il raddoppio. Marko Marin firma il 2-0.
Lo stesso tedesco, due minuti più tardi, va vicino addirittura al terzo goal con una conclusione dal limite che termina di poco a lato. Lo United prova a reagire e al 36′ si vede negare il goal da una grande parata di Beto, bravissimo a respingere un colpo di testa di Shinji Kagawa a botta sicura. Tre minuti dopo, David de Gea evita il goal dell’incredibile 0-3 con una grande parata su Marko Marin, deviando sulla traversa la potente conclusione del talento tedesco. Al 42′, invece, Carlos Bacca spara alto da buonissima posizione. Poco prima dell’intervallo, Antonio Valencia sciupa una clamorosa occasione. L’ecuadoriano è bravo nel controllare il cross dalla sinistra di Anderson e a liberarsi per la conclusione, ma il suo tiro manca incredibilmente il bersaglio. Il primo tempi si chiude con il Sevilla meritatamente avanti per 2-0.
Nella ripresa, lo United si ripresenta in campo con due novità: fuori Ángelo Henríquez e Tom Cleverley, dentro Jesse Lingard e Phil Jones. Dopo cinque minuti, Adnan Januzaj sfiora il goal con una conclusione dal limite che termina di poco alta. Lo stesso talenta belga propizia, al 64′, la rete che riapre il match. Prima costringe il portiere ad un grande intervento, poi raccoglie il pallone e lo serve perfettamente nell’area piccola, dove Antonio Valencia non ha difficoltà ad insaccare. Punteggio sull’1-2 e gara che si riapre.
Subito dopo il goal, David Moyes opera tre cambi contemporaneamente: fuori Anderson, Antonio Valencia e Shinji Kagawa, dentro Michael Carrick, Ryan Giggs e Wilfried Zaha. Proprio uno dei tre neo-entrati, Zaha, sfiora il goal del pareggio, fermato da un ottimo intervento di Beto. Il portiere del Sevilla si ripete pochi secondi dopo anche su Michael Carrick. All’80’, però, gli spagnoli si divorano l’occasione per chiudere definitivamente i conti. Sugli sviluppi di un calcio d’angolo, Tiberio Guarente calcia al volo e costringe David de Gea alla grande respinta, ma sulla ribattuta si fionda Israel Puerto che, incredibilmente, spedisce a lato da due passi.
All’87’, Wilfried Zaha si libera ottimamente per la conclusione dal limite, ma sfortunatamente il pallone termina davvero di pochissimo a lato. Al 90′ arriva il goal che chiude definitivamente i conti. La difesa lascia liberissimo Bryan Rabello, il quale non ha difficoltà ad insaccare da due passi e a firmare la rete del definitivo 3-1 in favore del Sevilla.
Un altro risultato ed un’altra prova tutt’altro che positiva in questa fase pre-stagionale, iniziata e conclusasi in maniera non esaltante. Nonostante ciò, però, a difesa di David Moyes ci sono diversi motivi; il primo è, senza dubbio, quello di essersi ritrovato in una nuova realtà, forse la più difficile da gestire, ereditando il posto dal più grande manager di tutti i tempi. Il secondo è quello di aver dovuto gestire la delicatissima situazione di Wayne Rooney, non potendo contare sulle performance del giocatore. Il terzo riguarda l’andamento non piacevole del mercato. Non ci sono molti giocatori di livello disponibili sul mercato e quei pochi buoni che c’erano (vedi Thiago Alcántara e Cesc Fàbregas) hanno compiuto una scelta diversa. Quindi, non ha potuto adottare il gioco che voleva (difficile credere che punterà davvero su Anderson).
Dobbiamo aver pazienza ed i risultati arriveranno. Da tifosi, il nostro dovere è quello di sostenere sia la squadra, sia il manager e le sue scelte. Criticare è lecito e può essere anche costruttivo, se le proprie opinioni suggeriscono un miglioramento, ma criticare a prescindere o, peggio ancora, per partito preso può rivelarsi lesivo e può creare una clima di sfiducia generale che non farebbe bene a nessuno. Believe in David Moyes.
Marco Antonucci