Tradizione e cambiamento nel nome di Ryan Giggs

La separazione da David Moyes ha un significato molto più profondo di un semplice esonero, di quelli che se ne vedono spesso nell’arco di una stagione calcistica. La scelta coraggiosa della società – apprezzata e attesa da alcuni, ma non condivisa e aspramente criticata da altri – ha spezzato una tradizione che, salvo rare eccezioni, è stata sempre portata avanti negli oltre 136 anni di storia del club. Una sorta di nuovo inizio, di un cambiamento che nasce dal nome del giocatore più rappresentativo della storia del Manchester United: quello di Ryan Giggs.

Tutti noi siamo sempre stati consapevoli che dei cattivi risultati, combinati ad un gioco non esaltante, sono motivi che porterebbero subito a cambiare gestione tecnica qualsiasi club, tranne uno: il nostro amato Manchester United. Almeno fino a due giorni fa; quando, con un comunicato di appena tre righe sul proprio sito e con un semplice post su Facebook e su Twitter, il Manchester United annunciava l’addio di David Moyes.

Una scelta che ha un forte significato simbolico perché testimonia un cambio di filosofia da parte del nostro club. In un’epoca dove basta poco per oltrepassare il confine che separa il fallimento dal successo, dove bisogna fare i conti non solo con la tifoseria presente allo stadio o nella propria città o nel proprio paese, ma anche con i milioni e milioni di supporters che seguono la squadra da ogni parte del Mondo, anche un club come il Manchester United sembra non potersi più permettere una stagione troppo lontana dagli standard che lo hanno contraddistinto nell’ultimo quarto di secolo.

Giusta o sbagliata che sia, questa mossa dà vita ad un tentativo di rinascita che passerà dalle mani proprio del giocatore simbolo della nostra storia, chiamato a concludere nel miglior modo possibile la peggiore annata vissuta dal club da quando è entrato a far parte della prima squadra. Quello di Ryan Giggs sembra un compito all’apparenza quasi inutile, visto che le ultime quattro partite di campionato avranno poco peso sulla classifica finale, ma è in realtà una missione molto più complessa e molto più delicata; questa squadra ha bisogno non solo di ritrovare feeling con la vittoria, ma anche di ritrovare fiducia in sé stessa e di tornare a guardare al futuro con maggior fiducia.

Dalle mani, e anche dai piedi, di Ryan Giggs partirà un nuovo viaggio che, con ogni probabilità, vedrà l’arrivo di un altro manager quest’estate che potrebbe essere affiancato dallo stesso fuoriclasse gallese. Si fanno tanti nomi: come quelli di Louis van Gaal (al momento, sembra lui il favorito), Jürgen Klopp, José Mourinho, Pep Guardiola, Antonio Conte, Diego Pablo Simeone, Carlo Ancelotti… Ma chiunque arriverà non avrà un compito facile da portare a termine. Dovrà ricostruire una squadra che, fra addii annunciati e giocatori che hanno ampiamente deluso le aspettative di società e tifosi, subirà molti mutamenti.

Forse, servirà del tempo per rivedere la squadra ad altissimi livelli, ma quel che è certo è che difficilmente il nuovo manager sentirà addosso la stessa pressione avvertita da David Moyes nell’arco della sua gestione. L’ex manager ha preso la guida del club senza immaginare i tanti problemi poi usciti fuori in questa stagione, mentre chi verrà dopo di lui saprà già cosa gli aspetta e, probabilmente, anche quali scelte dovrà adoperare nella prossima sessione di calciomercato. Noi tifosi, come sempre fatto, saremo pronti a sostenere chi siederà sulla panchina dell’Old Trafford. In momenti come questo, la cosa più importante è restare vicini al club e a chi ne fa parte, supportandolo senza sosta e con la stessa passione che ci ha resi la tifoseria più calda e più numerosa al Mondo.

Poco importa chi arriverà e chi se ne andrà; i giocatori e gli allenatori passano, ma lo United resta. Sempre.

Marco Antonucci