Jesse Lingard racconta lo straordinario percorso che lo ha portato in prima squadra, passando per tutte le categorie giovanili del club, rivelando di aver anche rifiutato una proposta da parte del Liverpool per coltivare il proprio sogno di giocare per il Manchester United.
Il giovane talento inglese – che ha anche ricevuto la sua prima convocazione nella nazionale maggiore da parte del CT dell’Inghilterra, Roy Hodgson, per l’amichevole con la Francia di stasera – ha concesso una bella e lunga intervista a MUTV.
Siamo felici di aver visto il tuo goal contro il West Bromwich Albion. È stato il giusto premio per il tuo duro lavoro?
“Assolutamente. Non ho mai lavorato così duramente per arrivare dove sono adesso e non potrò mai ringraziare abbastanza i miei allenatori per essermi stati vicini. Andare a segno è stata una sensazione grandiosa per me e per la mia famiglia. Ho speso tutte le mie forze per arrivare a tutti i traguardi che ho raggiunto finora, come vincere la FA Youth Cup. Spero di poter continuare così e di realizzare molti altri goal per il club.”
Raccontaci come sei arrivato dal giocare in una squadra giovanile di Warrington a giocare nella prima squadra dello United in Premier League…
“Ero in un club locale che si chiama Penketh United e Mike Glennie, un osservatore del Manchester United, è venuto a vedermi. Ha parlato con mio nonno e mi ha offerto un provino, ma c’era anche l’interesse del Liverpool e ho dovuto fare una scelta. Ero molto giovane, ma, ovviamente, il mio cuore era già con lo United al tempo. Con il passare degli anni, mi sono ritrovato [a giocare con] con Larnell Cole, Mike e Will Keane, Sam [Johnstone], Ravel [Morrison] e Tunners [Ryan Tunnicliffe]. Ci sono molti ragazzi che ora fanno parte di altri club e sono felice di vedere dove sono. Ho vinto molti trofei, come la FA Youth Cup e la Reserves League un paio di volte, ma il top sarebbe vincere la Premier League con la prima squadra.”
Hai giocato nella Under-15 Premier Cup per lo United e, per l’Inghilterra, nel torneo Nordic Under-17…
“Personalmente, non credevo di essere pronto per l’Inghilterra, ero troppo piccolo rispetto agli altri giocatori. Ho una foto a casa dove si vede che la maglia mi arrivava fino alle ginocchia! Ma, ovviamente, ero felice di poter rappresentare il mio paese dopo essere stato convocato. Mi sentivo piccolo anche per la Premier Cup. Ho una mia foto su Instagram dove affronto due ragazzi piuttosto grandi [rispetto a me]. In quella coppa arrivammo fino alla semifinale, contro il Barcelona, fu un’esperienza positiva. Avevamo una grande squadra allora. pensavamo di poter andare lontano, ma subimmo una sconfitta dolorosa in semifinale. Il Barça aveva un’ottima squadra, avremmo potuto batterlo, ma credo che fu ugualmente un’esperienza positiva nel complesso.”
Come è proseguita la tua crescita quando hai cominciato a giocare a tempo pieno nell’Academy?
“Nel mio primo anno, non ho realmente giocato nell’Under-18 a causa del mio fisico. Ho giocato diverse gare con la selezione Under-16. Ho cominciato a giocare [qualche gara] con l’Under-18 nel secondo anno e, non appena sono andato nelle Reserves, Warren Joyce mi ha dato subito fiducia perché sapeva che avrei fatto un buon lavoro. Ho giocato molte gare nelle Reserves e mi alleno con la prima squadra adesso, dopo averlo fatto anche sotto la gestione di Sir Alex [Ferguson]. Poi, con l’arrivo di David Moyes, mi sono allenato spesso [insieme alla prima squadra]. Ora, con Louis van Gaal, mi alleno ogni giorno con la prima squadra.”
Giocare nelle Reserves ti ha aiutato a crescere?
“È stato importante crescere nell’Under-18 insieme a giocatori come [Paul] Pogba, Larnell [Cole], Tunners [Ryan Tunnicliffe] e giocare insieme anche nelle Reserves. Matty James, Danny Drinkwater e Ritchie De Laet erano in squadra [con me nell’Under-18], ma Warren Joyce ha voluto che giocassi molte partite [con le Reserves] per fare esperienza. Ricordo di aver giocato contro l’Aston Villa. ad Altrincham, insieme a Clevz [Tom Cleverley], Chris Smalling e Phil Jones. Sir Alex venne a vedere la gara e io segnai.”
Quando ti guardi indietro, ti fa strano notare quanto sei cambiato a livello fisico?
“Assolutamente. Quando sono passato dall’Under-18 alle Reserves, Warren ha voluto che mi allenassi ogni giorno in palestra. Anche quando andavo in prestito [in altri club], voleva che continuassi ad allenarmi tutti i giorni in palestra. Lui sapeva che sarei potuto diventare un buon giocatore.”
Come riassumeresti il tuo percorso nel mondo del calcio finora?
“Penso che sia stata un’esperienza incredibile partire dalla selezione Under-7 e arrivare dove sono adesso e quello che sono riuscito a raggiungere. È incredibile e non ringrazierò mai abbastanza lo staff dello United. Avrebbero potuto mandarmi via a causa della mia altezza e ora mi ritroverei a giocare da un’altra parte, ma ha creduto in me. Hanno visto le mie capacità e gli sono grato per questo.”
Marco Antonucci