Paul Labile Pogba si racconta in una lunga e bella intervista rilasciata al grande Thierry Henry, dove ha parlato del suo amore per il Manchester United, dei suoi obiettivi e dei suoi sogni da calciatore, degli idoli calcistici ai quali si è ispirato, del suo rapporto con José Mourinho e con i suoi compagni di squadra, fino ad arrivare a quello con Sir Alex Ferguson.
Ecco la trascrizione integrale dell’intervista realizzata dalla leggenda di Arsenal e Barcelona per Sky Sports.
Cominciamo dall’inizio. Ovviamente, hai lasciato lo United da giovane e ora sei tornato da giocatore più costoso al Mondo. Perché sei tornato? Perché lo United?
“Ho sempre amato lo United, ad essere onesti. Me ne andai perché volevo giocare e dimostrare al Mondo, allo United, che ero pronto e motivato per giocare. Sono andato in Italia e ho fatto i miei anni lì. Questo ritorno dimostra che, pur lasciando lo United, una parte del mio cuore è sempre rimasta qui. Non ho finito il mio lavoro qui, quindi sono tornato per aiutare la squadra, per quanto posso, e per vincere.
È molto coraggioso da parte tua venire qui e mostrare che, forse, avevi lasciato il tuo lavoro in sospeso. C’è una cosa personale che vorrei chiederti. Ti ho visto giocare agli Europei come centrocampista arretrato, e mi piace il fatto che tu l’abbia fatto per la squadra, perché è stato davvero importante. Ma dove ti senti più a tuo agio in campo?
“Direi a centrocampo sulla sinistra. Se si gioca a tre, posso giocare sia a destra che a sinistra, ma mi sento più a mio agio a giocare sulla sinistra. Posso farlo [il centrocampista arretrato], ma mi sento più a mio agio un po’ più avanti.”
A chi ti ispiri? Sono sicuro che stai per dirmi il nome di qualcuno della tua famiglia, ma mi riferisco più ad uno sportivo. Il mio è stato Marco van Basten. A parte mio padre, lui era quello che cercavo di imitare.
“A molti giocatori come Ronaldinho, il Ronaldo brasiliano, Kaká, [Zinedine] Zidane, [Andrés] Iniesta, Yaya Touré, [Patrick] Vieira. Cerco di trarre il meglio da loro e di fare Pogba.”
Cosa potrebbe rendere vincente questa stagione dello United per te?
“Vincere il campionato sarebbe la cosa perfetta, vincere la coppa e vincere anche l’Europa League. Sarebbe perfetto. Credo che cercheremo di far tornare lo United alle sue origini, e di vincere il campionato. Dopo di ché, mi piacerebbe tornare in Champions League.”
Voglio conoscere il vero Pogba, quello che va in giro insieme ai suoi fratelli, sua mamma. Chi è il vero Pogba?
“Il vero Pogba è quello che si vede ogni volta. Quando sono fuori dal campo, non possono recitare. Non sono un attore e, quando sono in campo, mi piace ridere e scherzare, e fuori dal campo sono lo stesso. Per me, sono normale: gioco a calcio e faccio ciò che amo. Amo la vita. Siamo fortunati a giocare a calcio, tutti ci guardano, è incredibile quante persone vengono [allo stadio] e gridano il tuo nome. Non puoi essere triste. Guardavo te (riferendosi a Thierry Henry), continuo a guardarti. Dico questo, ed è la verità, ho avuto un tuo poster nella mia stanza, ed è pazzesco che tu ora sia di fronte a me e che tu mi stia parlando.”
Ci hai resi orgogliosi agli Europei. Ma cosa hai provato dopo aver perso la finale?
“Prima di tutto, odio perdere. Abbiamo perso, in Francia, contro il Portogallo, dopo aver iniziato bene gli Europei, ma questo è il calcio. Eravamo tutti tristi, non riuscivamo a crederci. Credo che il nostro errore sia stato quello di pensare che avremmo vinto. Tutto era troppo perfetto. Eravamo come: ‘Ragazzi, questo è il nostro turno, non possiamo perdere’. Ma abbiamo perso a causa di alcuni dettagli.
Dei grandi dettagli. Le persone erano felici quando Cristiano Ronaldo ha lasciato il campo, io non lo ero. Ciò ha dato alla loro squadra maggiori responsabilità, e hanno difeso e giocato con maggiore attenzione. È strano da dire, stiamo parlando di uno dei migliori giocatori della storia, ma dare all’altra squadra maggiori responsabilità, non mi è mai piaciuto molto.
È vero che hai detto che vuoi vincere il Pallone d’Oro?
“Sì! Ho sempre sognato di vincere il Pallone d’Oro.”
Vincendolo la tua sarebbe una carriera incredibile, ma ancora non hai vinto il Pallone d’Oro. Questa è una cosa che ti disturba? È una cosa che ti spinge a dare di più?
“Ciò che mi fa andare avanti sono gli obiettivi. Ho sempre degli obiettivi; vincere la Champions League, vincere il campionato ovunque vada, e sogno di vincere il Pallone d’Oro. Forse accadrà, forse no, ma cercherò di raggiungere questi traguardi.”
Con le abilità e le qualità che hai, penso che ciò possa accadere. Sta voi e alla squadra che avrai attorno, ma penso che tu possa farcela. Sei un ragazzo molto umile.
Sei eccitato per la tua prima gara all’Old Trafford?
“Non vedo l’ora. semplicemente non vedo l’ora. Non vedo l’ora di giocare con la mia nuova squadra e di indossare nuovamente la maglia. Sarà una grande emozione. Non vedo l’ora.”
Hai detto che sei andato via per assicurarti di tornare come un grande giocatore, ma cosa hai da dire riguardo la Juventus?
“Forse alcuni tifosi l’hanno presa nel modo sbagliato; alcune persone hanno compreso, altre no, ma voglio ringraziarli. Hanno creduto in me, mi hanno aiutato a diventare ciò che sono. Tatticamente ho imparato tanto, e anche a livello offensivo. Ero con la Juve quando sono andato in nazionale. Mi hanno aiutato davvero, e li ringrazio davvero. Resteranno sempre nel mio cuore.”
Ora sei tornato qui, il manager non è lo stesso. Come ti trovi con José Mourinho?
“Mi trovo in maniera grandiosa, sono venuto qui e mi sto allenando duramente. Mi ha fatto allenare da solo perché non ho giocato la prima gara. Mi ha fatto correre, e mi è piaciuto davvero molto perché ero solito farlo allo Juve. Fisicamente e mentalmente mi sento bene. L’allenamento è stato buono. Ho toccato la palla molte volte, non ero più abituato a ciò. L’allenamento è stato perfetto.”
José Mourinho è stato un fattore importante nella tua decisione?
“Ha aiutato nelle cose. Ho visto un grande allenatore come lui, che ha fatto tanto e che ha vinto tutto, venire qui per tornare a vincere. Ho giocato quattro anni in Italia, se fosse arrivato due anni dopo essermene andato [dallo United], forse non sarei venuto, sarei rimasto alla Juve. Credo che questo fosse il momento giusto per lui per venire, e per me per tornare.”
Sei eccitato dalla prospettiva di giocare con Zlatan Ibrahimović?
“È sempre bello giocare con dei grandi giocatori. Sono stato fortunato, anche alla Juve ho giocato con dei top player. Se hai grandi giocatori nella tua squadra, giocatori di grande talento, puoi raggiungere ciò che vuoi.”
In realtà credo che Zlatan sia divertente…
“Ama scherzare. Ogni volta che lo vedo ha sempre da dire qualcosa sulle mie scarpe, i miei capelli, e anche sul mio modo di parlare! Oggi, mentre mi allenavo, rideva per la mia combo su Instagram, ha detto: Cos’è questo? Se devi dare un pugno, devi fare così!”
Ovviamente, trovandoci qui, non possiamo evitare di parlare di Sir Alex Ferguson. Anche se si è un tifoso del Liverpool o dell’Arsenal, si ha grande rispetto per lui.
“Grande rispetto. È il più grande manager della storia del calcio. Tutti possono vederlo. Non ho avuto alcun problema con lui, l’unico problema, forse, è stato il fatto che volessi giocare. Forse, per lui era troppo presto, e per me era troppo tardi, mi sentivo pronto. È stato un grande manager, è venuto qui, mi ha parlato e mi ha dato fiducia. Cosa potrei chiedere di più? Ho imparato molto da lui. Lo rispetto e l’ho sempre rispettato, e spero di incontrarlo nuovamente.”
Marco Antonucci