José Mourinho è apparso visibilmente emozionato per la sua prima vittoria ottenuta nel famoso “Fergie Time” da manager del Manchester United in casa dell’Hull City. Il manager portoghese esalta lo spirito e la mentalità della squadra, elogiando in particolar modo il match-winner, Marcus Rashford, che ha cambiato volto alla partita con il suo ingresso in campo.
Ecco i punti toccati dal tecnico lusitano nelle interviste post-gara concesse alla BT Sport e a MUTV.
Felice di aver vinto nel Fergie Time
“Per tanti, tanti, tanti anni i tifosi del Man United lo hanno chiamato Fergie Time… È una leggenda del club e sono più che felice di poter dire che abbiamo vinto nel Fergie Time. Sono più che felice per questo!”
Ho sempre creduto nella vittoria
“So che quando segnamo nel finale le persone dicono che abbiamo avuto un po’ di fortuna, ma la realtà è che abbiamo meritato, soprattutto nel secondo tempo. Siamo stati così padroni, così intensi nel nostro ritmo e nella nostra onda d’attacco e ho sempre creduto che il goal sarebbe arrivato.”
I meriti dell’avversario
“Devo dire che l’Hull City ha fatto un lavoro sorprendente e si è difeso con tutto. Non sono riusciti a contrattaccare perché penso che abbiamo giocato davvero bene difensivamente e, ogni volta che perdevamo palla, eravamo davvero forti. Ma penso che hanno fatto davvero bene, complimenti a loro e, se fossi io il presidente, darei immediatamente il lavoro a Mike Phelan. Agli occhi di tutti, i giocatori stanno dando tutto per lui. Non potevano fare più di quello che hanno fatto e complimenti a Mike e ai ragazzi dell’Hull.”
Il contributo di Marcus Rashford
“Un grande sorriso e un grande abbraccio è sufficiente! Marcus [Rashford] ha lavorato estremamente bene e in entrambe le occasioni la squadra era in difficoltà e aveva bisogno di un goal: nel Community Shield, quando il punteggio era ancora di 1-1, e oggi, quando il punteggio era ancora sullo 0-0, è entrato e ha dato un contributo speciale. Tutti parlano di lui e di Ibra; possono giocare insieme, come hanno dimostrato oggi. Credo che, lavorando ancora, possa giocare partendo da uno dei due lati, ma credo che il ragazzo sia un attaccante e, quando lui ed Ibra giocano insieme, creiamo diversi problemi agli avversari. A volte, Ibra arretra perché gli piace giocare con la palla tra i piedi e Marcus [Rashford] è veloce e ha sempre l’appetito giusto per attaccare l’ultima linea. Abbiamo provato di tutto.”
Marouane Fellaini rimasto in campo per i calci piazzati
“Avevo pensato di effettuare l’ultimo cambio per far uscire Marouane [Fellaini], ma avevo un po’ paura dei loro calci piazzati. Può capitare, quando si domina, domina e domina, che ci sia un calcio piazzato negli ultimi minuti che ti fa perdere la partita. Marouane [Fellaini] è un ragazzo speciale per noi nel nostro lavoro difensivo e credo che tutti abbiano giocato bene e che abbiano dato tutto.”
Spirito di squadra
“Lo spirito è stato fantastico. Queste partite le vinci solo se vuoi davvero vincere. Se cominci a sentirti a tuo agio e credi che un punto non sia male o pensi ‘vediamo cosa succede’, non vinci, ma questi ragazzi ci hanno creduto fino all’ultimo minuto. Ovviamente, mi dispiace per l’Hull, ma i miei ragazzi hanno meritato e il modo in cui i tifosi li hanno sostenuti, specialmente nel secondo tempo, fa capire che anche loro avevano la sensazione che la squadra stesse dando il massimo.”
La mentalità vincente
“Abbiamo cominciato a pensare a questa gara ancor prima che iniziasse. Conoscevamo il loro modo di difendersi. Sapevamo che [Tom] Huddlestone avrebbe giocato in una linea di tree [a centrocampo] e sapevamo che sarebbero stati davvero organizzati. Tatticamente è possibile cambiare le cose, adattandosi alla gara, cercando di creare problemi ai propri avversari, ma è l’aspetto mentale che può fare la differenza. Ne abbiamo parlato per tutto il tempo.”
L’obiettivo è vincere la Premier League
“Il nostro obiettivo è uno solo: diventare campioni. Se a fine stagione finiremo secondi, terzi o quarti, vorrà dire che c’è qualcuno migliore di noi. Se finiremo quinti o sesti, vorrà dire che non siamo bravi abbastanza. Si deve giocare per vincere ogni partita. Se non vinciamo, non vinciamo, ma la mentalità c’è e i ragazzi stanno dando tutto. È sorprendente vedere, quando mi guardo attorno in panchina, le persone che soffrono insieme a noi e che poi saltano per gioire dopo un goal. È un privilegio per me lavorare con questi ragazzi.”
Marco Antonucci