Sono trascorsi esattamente 20 anni quando, il 27 Giugno 1997, il Manchester United annunciò l’acquisto di una delle figure rivelatasi fondamentali nella conquista del leggendario Treble del 1999, il grande Teddy Sheringham.
L’arrivo dello storico attaccante inglese fu dettato dall’addio al calcio di Eric Cantona, dando inizio alla costruzione della squadra che, in pochi anni, avrebbe portato lo United a dominare su ogni fronte.
Al tempo, ripescando le interviste di quei giorni, emerge che lo stesso giocatore era stupito nell’avere la possibilità di approdare all’Old Trafford, nonostante fosse ormai diventato da anni uno dei migliori giocatori della Premier League.
“È stata una piacevole sorpresa”, dichiarò Teddy in una conferenza stampa arrangiata in fretta e furia in quel lontano 27 Giugno 1997. “Credevo che questa possibilità si fosse spenta un mese fa.”
Il precedente comunicato proveniente dall’Old Trafford, a metà Maggio 1997, aveva lasciato i tifosi in lutto per l’annuncio del ritiro dall’attività agonista di Eric Cantona. Ma quella volta l’allora presidente dello United, Martin Edwards, riunì la stampa per dare un lieto annuncio.
“Buon pomeriggio, signore e signori”, dichiarò allo stampa Edwards. “Sono davvero lieto di annunciare che oggi il Manchester United ha raggiunto un accordo con il Tottenham Hotspur e successivamente con Teddy Sheringham per un contratto di tre anni.”
Sir Alex Ferguson aveva visto nel profilo dell’attaccante inglese il sostituto ideale per sopperire alla grande perdita di Eric Cantona, puntando tanto su un giocatore che, a sua volta, era ancora alla ricerca della sua affermazione in ambito internazionale.
“Era già passato metà pomeriggio ieri quando capii che l’affare era in corso”, disse un sorridente Sheringham alla stampa. “Ero appena tornato dalle vacanze, quando mia madre e mio padre mi hanno chiamato, dicendomi che stavano cercando di contattarmi perché lo United era interessato a me.”
“Ero appena tornato da una vacanza a Miami il Martedì pomeriggio e c’erano due messaggi in segreteria; da parte di mio padre e di mia madre, che dicevano: ‘Dove sei?’. Telefonai a mio padre e mi disse che il Tottenham aveva accettato un’offerta da una squadra di Premier League. ‘Chi? Il Liverpool?’, mio padre: ‘No’. ‘Il Newcastle?’, chiesi ancora e mio padre, e lui: ‘No, ancora meglio’. ‘Non dirmi il Man United? Sì! Fantastico!’. Ero davvero entusiasta.”
“Martin Edwards aveva provato a telefonarmi quattro o cinque volte, dunque l’ho richiamato e mi ha chiesto se fossi interessato a parlare con loro. Quella sera sono stato a cena con lui, durante la quale ha telefonato Alex Ferguson e ho parlato un po’ con lui. Ci ho dormito un po’ su il Giovedì sera; stava accadendo tutto così velocemente che volevo essere sicuro di fare la cosa giusta. Ci siamo incontrati nuovamente alle 9.30 la mattina successiva e abbiamo concordato tutto in 15 minuti. Lo stesso giorno ho fatto le visite mediche, la conferenza stampa e ho firmato il contratto.”
“Prendere la maglia numero 10 dello United è stato importante per me, ma non è stata una condizione imposta prima dell’accordo. L’accordo non sarebbe caduto se non avessi potuto prendere quel numero! Ho potuto sceglierlo perché Becks [David Beckham] ha voluto il numero 7, dunque non gli è dispiaciuto lasciarmi il numero 10.”
Il resto è storia nota. Sheringham raccoglierà in totale 145 presenze, realizzando 46 goal – fra cui l’importantissima rete del momentaneo pareggio nella storica finale di UEFA Champions League contro il Bayern München del 26 Maggio 1999 – e conquistando ben tre titoli di Premier League, una FA Cup, una UEFA Champions League, un FA Charity Shield e un’Intercontinental Cup.
Marco Antonucci