Andy Ritchie, attaccante del Manchester United dal 1977 al 1980, ha voluto dire la sua sull’arrivo ai Red Devils di Robin van Persie, che non pochi dubbi riguardanti il futuro di Danny Welbeck e Javier Hernández aveva suscitato nei tifosi, dichiarando che il giovane duo non potrà che imparare da un giocatore di tale spessore: “Danny e il Chicharito hanno l’opportunità di giocare a fianco di uno dei migliori attaccanti al mondo e questo può solo aiutarli a migliorare; dovrebbero soltanto essere felici di avere vicino a loro un giocatore del genere che, oltretutto, è all’apice della sua carriera. Penso sia impossibile contenere Robin quando è in forma. Non credo che debbano essere impauriti, perché se ci fosse stato qualcuno, allo United, che non avesse creduto in loro e nelle loro potenzialità, giocherebbero da qualche altra parte; quindi, non hanno nulla di cui preoccuparsi.”
Come tutti i tifosi dello United, Ritchie è contento del fatto che Sir Alex Ferguson abbia a sua disposizione una così ampia scelta per quanto riguarda il reparto avanzato e che, oltretutto, siano tutti attaccanti di spessore, ma sostiene che il numero delle punte non debba mai superare un certo limite: “Ferguson, ora, ha l’imbarazzo della scelta per quanto riguarda gli attaccanti da schierare. Penso che quasi tutti non vedano l’ora di vedere all’opera la coppia Rooney-van Persie, ma sono fermamente convinto che anche un’eventuale Welbeck-van Persie o Chicharito-van Persie sia devastante. Credo anche, però, che gli attaccanti non debbano essere mai troppi; quando ero all’Oldham Athletic, Joe Royle aveva sempre a disposizione 6 attaccanti e ognuno di noi riusciva a ritagliarsi il proprio ruolo all’interno della squadra. Quando c’è la possibilità di acquistare qualcuno del calibro del 29enne olandese, non bisogna far altro che andarli a prendere, perché calciatori del genere renderebbero migliore qualsiasi squadra e, fortunatamente, siamo riusciti nel nostro intento. Qualcuno ha parlato del fatto che fosse strano che acquistassimo un giocatore che va verso i 30, ma abbiamo sempre sostenuto che i calciatori arrivino a raggiungere il loro massimo quando si avvicinano ai 29/30 anni ed io, per primo, credo che van Persie sia, come detto prima, all’apice della sua carriera. Robin deve, però, fare molta attenzione alla sua forma fisica, perché il dispendio di energie richiesto dal calcio di oggi è di molto maggiore di quello degli anni passati e, quindi, i giocatori devono avere una buona cura di loro stessi se vogliono arrivare a giocare fino ai 40 anni. Gli esempi ce li abbiamo in casa e sono, ovviamente, Giggs e Scholes. Chi dice che Robin non possa seguire le loro orme?”
Nicolò Temperoni