Se lo scorso anno fu il protagonista del più grande tormentone del calciomercato, quest’anno Robin van Persie passerà indubbiamente delle vacanze più tranquille, forte anche del primo titolo di Barclays Premier League conquistato da assoluto protagonista. L’attaccante olandese ripercorre la lunga trattativa che lo ha portato a vestire la maglia del Manchester United.
“Quella dello scorso anno è stata un’estate difficile non solo perché dovevo decidere dove giocare, ma dipendeva anche dal mio vecchio club,” ha dichiarato van Persie ai microfoni di MUTV. “Ovviamente, poi, si ci mettevano i giornalisti a rendere il tutto più complicato.”
“È stato un po’ come andare sulle montagne russe. Alcuni giorni si stava bene, altri meno bene. Non sapevo cosa aspettarmi. Normalmente, una trattativa dipende dal giocatore e dai due club che trattano, ma nel mio caso c’erano anche altri due club in mezzo: uno era il Manchester City e l’altro la Juventus.”
“Quindi, è stata un’estate un po’ caotica, ma ho sempre voluto questo trasferimento sin dal primo giorno. Io e Sir Alex [Ferguson] sapevamo che sarebbe stata una trattativa dura, ma penso che abbiamo dimostrato che, se si vuole davvero qualcosa, nulla è impossibile. Sono felice che sia andata in porto.”
Il trasferimento dell’olandese è avvenuto dopo una lunga trattativa fra i due suoi ex allenatori, Arsène Wenger e Sir Alex Ferguson, e lui sentiva che un accordo poteva essere raggiunto.
“Ero in pullman ed ero in procinto di giocare con i Paesi Bassi,” ha aggiunto. “Non sono ammessi telefoni in nazionale, ma ne porto sempre uno con me per ogni evenienza. Quando ho sentito vibrare il telefono ed ho letto un messaggio del mio agente che diceva: ‘L’affare è fatto, goditi la partita’.”
“Fu un grande sollievo. Non sono stato multato per aver utilizzato il mio telefono! Fu strano sapere che l’accordo era stato annunciato anche in TV durante la gara. Pensavo di saperlo solo io. Da quel momento, tutto ha iniziato a scorrere così in fretta.”
“Il giorno dopo sono andato dal mio medico. Sono andato in treno da Bruxelles a Londra per prendere le mie cose, poi sono andato a Manchester. Il giorno dopo fu molto frenetico: ebbi il mio primo allenamento ed era in programma il match con l’Everton appena due giorni dopo.”
“Quando vai a scuola ed hai circa dodici anni, ti svegli presto e sei impaziente di conoscere i tuoi nuovi compagni di classe. Ho provato una sensazione simile. Anche se conoscevo già la maggior parte di loro, è stato emozionante come il primo giorno di scuola. Sono entrato, ho stretto la mano a tutti e c’è stato uno scambio di battute e di sorrisi. Mi sentivo benissimo sin dal primo giorno.”
Marco Antonucci