La storia del Manchester United è ricca di racconti di talenti che si sono fatti da soli e che hanno avuto un notevole impatto sulla storia del club.
Dai Busby Babes a Zlatan Ibrahimovic. Uno tra questi é Henrikh Mkhitaryan,nonostante,però il suo arrivo dal Borussia Dortmund non sia stato accolto con tantissimo entusiasmo.
Poi la svolta : il debutto a Settembre,nel derby di Manchester. Il ritorno alla titolaritá e poi avvenuto a Novembre, susseguito a numerose rivolte indirizzate a Mourinho,da parte dei tifosi che invocavano un maggiore impiego dell’armemo.
“Il problema ero io,i rapporti con Mourinho erano buoni” , ha dichiarato poi Henrikh,con un candore ed un temperamento che,nel calcio di oggi,risultano rari.
Poliglotta e amante degli scacchi , ha formato il suo carattere reagendo a tragedie come la perdita del padre in etá giovanile.
MIO PADRE,IL MIO IDOLO
Hamlet Mkhitaryan era un attaccante armeno che giocava in Francia, morto all’etá di 32 anni pef una grave malattia.
“Mio padre é stato l’ispirazione che mi ha spinto ad iniziare a giocare a calcio. Che sarebbe,poi,diventato la mia vita. Ho sempre apprezzato i calciatori creativi come Zidane,Kaka e mio padre. Siamo anche molto simili nello stile,con la palla tra i piedi.”
AMBIENTARSI IN GERMANIA
Il viaggio calcistico di Mkhitaryan é iniziato presto,all’etá di 14 anni per uno stage dk quattro mesi al San Paolo. Lascia definitivamente l’Armenia a 20 anni per l’Ucraina e due anni dopo firma per lo Shakhtar Donetsk. É qui che viene adocchiato dagli scout del Borussia Dortmund.
Nonostante la stagione di debutto molto positiva con Klopp ,a livello personale, il Borussia si ritrova a vivere,poi, il dramma sportivo della retrocessione . È con l’approdo di Tuchel che l’armeno vive la sua rinascita.
“É stato un periodo molto duro. Ricordo innumerevoli sere passate a casa a rimuginare. Sentivo un gran bisogno di isolarmi e non uscire. Ma la vita é strana,l’arrivo di Tuchel ha cambiato tutto. Mi ha detto che avevo un enorme potenziale e che si sarebbe impegnato a tirarmelo fuori.”
Parole che si sarebbero poi rivelate profetiche, agli albori di una stagione conclusasi con 23 goal messi a segno e 15 assist realizzati. Tutto questo,anche grazie al gran lavoro psicologico del nuovo allenatore.
IL TRASFERIMENTO A MANCHESTER
Nonostante avesse trovato in Germania il giusgo equilibrio, il talentuoso armeno non ha saputo resistere alla tentazione di testare il suo talento nel calcio inglese.
È stato accolto con scetticismo e curiosità dall’ambiente United, dopo una campagna acquista dai protagonisti ben piú blasonati,come Ibra e Pogba.
C’è stato molto rumore a proposito del suo scarso utilizzo, si era addirittura parlato di un ipotetico ritorno al Dortmund,in prestito.
Ma il tempo e la pazienza hanno pagato,come confermato dallo stesso Mourinho che ha apprezzato il grande impegno dimostrato dall’armeno per raggiungere un livello di forma ottimale.”
FARSI SPAZIO ALLO UNITED
É stato in Europa League che Henrikh si é definitivamente consacrato allo United, in particolare, nella vittoria contro il Feyenoord,nella quale ha vinto il premio di uomo-partita.
I complimenti sono iniziati a cadere come foglie in autunno. Come quelli di Michael Carrick :” É un giocatore dotato di gran qualità, notevole intelligenza ed in più é un bravissimo ragazzo.” O del compagno di reparto Ander Herrera : “Abbiamo visto il miglior Mkhitaryan. O quasi, perché credo che potrá fare ancora meglio.”
La sua visione di gioco, contaminata dall’attitudine al gioco degli scacchi e le indubbie qualità tecniche , hanno portato al naturale e graduale adattamento di Henrikh al Manchester United.
RIFLESSIONI SULLA PRIMA STAGIONE
Con Mkhitaryan titolare, lo United ha perso solo due volte, dopo il debutto con il City: con il Chelsea in FA Cup e con l’Arsenal in campionato.
Ha concluso la sua prima stagione in Inghilterra con 11 goal, vincendo il Goal del Mese con lo United per ben 5 volte in 6 mesi, dando un sostanziale contributo alla vittoria finale dell’Europa League.
Dopo un inizio al rilento, l’Armeno é diventato,di sicuro,una delle stelle più luminosi della squadra , guadagnandosi pian piano la propria importanza fondamentale.
“Al mio arrivo,ero consapevole che non sarebbe stato facile guadagnarsi il proprio posto, ci sarebbero stati 25 giocatori che avrebbero lottato per farsi spazio” ha ammesso.
“Al debutto non sono partito bene e da allora ho continuato a lavorare sempre più duramente,come continuerò a fare per conqustare,ogni giorno, la mia possibilitá, perché é fondamentale per me giocare ed essere parte di questo club.”