Marcus Rashford non ha dubbi su chi sia la più grande rivale del Manchester United, indicando – a discapito del Manchester City – il Liverpool come la prima squadra che ogni Red Devils vorrebbe battere. Il talento mancuniano ha anche parlato di come Ole Gunnar Solskjær lo stia aiutando a maturare.
Nonostante i recenti successi raccolti dalla squadra guidata da Pep Guardiola, la rivalità fra i due club più titolati d’Inghilterra resta per molti ancora impareggiabile per tanti aspetti che rendono unica questa sfida.
Fra questi, c’è anche Rashford che, rispondendo in un’intervista a Sky Sports alla domanda su quale sia la più grande rivale, ha dichiarato: “Per me, direi il Liverpool. È la partita che cattura lo sguardo di tutti.”
“Anche quella con il City, ovviamente, è un partita importante, ma, dovendo dare un parere personale, direi che ecciti di più l’idea di battere il Liverpool.”
Dall’arrivo di Ole Gunnar Solskjær in poi, Marcus Rashford ha raggiunto il punto più alto della sua giovane carriera da calciatore, diventando un autentico trascinatore e siglando goal molto importanti.
Ma il talento mancuniano ritiene che il manager norvegese abbia aiutato a migliorare l’intera squadra, sottolineando i progressi fatti anche dai suoi compagni negli altri reparti.
“Per me, è un grande aiuto avere attorno una figura del genere come guida”, ha aggiunto. “Ma sta lavorando, mettendo a disposizione tutta la sua conoscenza, anche con tutti gli altri giocatori. Lo si può vedere anche da come stanno migliorando i difensori, così come i centrocampisti.”
“La squadra è migliorata nel complesso, ma sappiamo di poter fare ulteriori passi avanti. Ha quel genere di conoscenze che ti viene voglia di ascoltare in modo naturale i suoi consigli. E non solo in campo, ma anche fuori.”
“Ha portato un grande cambiamento. Se continueremo a migliorare, non vedo perché non dovebbe [ottenere la nomina di manager del Manchester United in modo permanente].”
Infine, Rashford racconta di come Solskjær sia riuscito a riportare fiducia all’interno della squadra, rendendola consapevole delle proprie potenzialità.
“Quando siamo stati a Dubai, abbiamo scherzato un po’ quando il manager ha parlato con me, con Anthony [Martial] e Jesse [Lingard], e io ho menzionato il suo goal in finale di Champions League”, ha rivelato.
“Ci ha messo poco a farci capire che, con le qualità che ha questa squadra, tutto è possibile e che non è così utopico immaginare di poter ricreare momenti simili [nella storia del club].”
Marco Antonucci