Eric Cantona ammette di essere tornato a guardare con gioia le partite del Manchester United dopo l’arrivo come manager di Ole Gunnar Solskjær, indicandolo come l’uomo giusto per guidare il club e per incarnare la sua filosofia.
Il leggendario numero 7 dei Red Devils ritiene che la squadra possa essere guidata soltanto da chi, come l’allenatore norvegese, ne conosce l’anima e la filosofia, a dispetto di tecnici che preferiscono imporre la propria mentalità dall’esterno.
In una lunga intervista concessa a Paddy Power, The King ha risposto ad una serie di domande sulla situazione attuale della squadra, sui propri ricordi nel club e su chi preferirebbe vedere vincere il campionato fra le due storiche rivali dello United, il Manchester City e il Liverpool.
Cosa significa per te il Manchester United?
“Significa tutto per me. Ho trascorso il miglior periodo della mia vita, della mia carriera calcistica e anche a livello umano a Manchester. Amo la città, amo le persone e, ovviamente, il club è stato grandioso. Abbiamo avuto la possibilità di avere dei grandi giocatori e un grande manager. Dopo vent’anni, abbiamo cominciato a vincere. Abbiamo vinto la Premier League e abbiamo continuato a vincere anche dopo il mio ritiro. Dunque, significa molto per me. Il calcio era un sogno per me. Giocare per il Manchester United era una cosa così grande da non sembrare neanche un sogno. Sono stato fortunato.”
Cosa hai provato nel vedere lo United in difficoltà di recente?
“È stato difficile, ma tutti i grandi club vivono dei periodi difficili. Si torna [prima o poi], ma la cosa peggiore era che il club aveva smarrito la propria identità. Si può anche perdere, finché lo fai mantenendo la tua identità e con la giusta filosofia. Anche quando riusciva a vincere, i tifosi non si sentivano felici. Vogliono vincere, ma vogliono anche godersi la partita; [il calcio] è un intrattenimento. Ora sembra essere tornato [il vero Manchester United].”
È stato Ole Gunnar Solskjær a far tornare il vero United?
“Penso di sì. Ha l’anima del club, e lo senti che si ispira a Sir Alex Ferguson. È come Johan Cruyff e Pep Guardiola al Barcelona; Ole Gunnar è il figlio spirituale di Alex Ferguson. Non tutti i giocatori possono diventare dei manager, ma alcuni di loro possono e, per me, è importante che un club come il Manchester United sia guidato da qualcuno che abbia l’anima del club, che conosca il club dall’interno. Quindi, oggi, vedere lo United mi fa sentire molto felice.”
Sei stato il capitano di Solskjær, ma sei sorpreso nel vedere quanto stia facendo bene?
“Non sono per niente sorpreso. Finalmente, il club ha preso la decisione giusta, una decisione che credo avrebbe dovuto prendere già tanto tempo fa.”
Dovrebbero nominare Solskjær come manager del Manchester United in modo permanente?
“Sì, credo di sì. Mi piacerebbe molto. Non so che accordo abbia con il club, ma da tifoso – perché adesso sono [semplicemente] un tifoso dello United – è una splendida sensazione sentire nuovamente la vera anima del club. L’avevamo persa dal ritiro di Sir Alex.”
Preferiresti lui a uno come Mauricio Pochettino, il quale non conosce l’anima del club?
“Sì. Per me, è importante che il manager conosca il club, che abbia l’anima del club. È per questo che prima ho parlato di [Pep] Guardiola al Barcelona, è stato un loro giocatore quando lo allenava [Johan] Cruyff. Poi, è diventato manager del Barcelona avendo l’anima del club e l’anima di Johan Cruyff. Si può anche avere un manager che proviene da qualche altra parte, ma è necessario che conosca bene il club; deve avere l’anima del club. Deve giocare un calcio creativo e divertente. Lavorando duro, ma divertendosi. Se i giocatori e il manager si godono la partita, allora anche i tifosi riusciranno a godersela. Si possono vincere le partite anche senza divertirsi, ma non penso che questo faccia per il Manchester United.”
Vorresti tornare a far parte del Manchester United?
“Faccio molte cose, ma, se tornerò nel mondo del calcio, sarà per il Manchester United. Non mi interessa andare da nessun’altra parte. È importante che chiunque sia coinvolto abbia l’anima del club.”
Come ci si sente a sapere che i tifosi ti amano ancora?
“È bello, è una bellissima sensazione, ma, allo stesso tempo, ho un po’ paura che un giorno possano smettere di farlo. Spero di no; vorrei morire felice.”
Manchester City e Liverpool stanno facendo molto bene, mentre lo United ha sofferto di recente. Ciò ti ferisce?
“Fa molto male, ma giocano un calcio meraviglioso. Ma, se la stagione fosse iniziata 10 partite fa, lo United sarebbe primo in campionato.”
La tua previsione per le prime quattro posizioni in Premier League?
“City, Liverpool, Tottenham, United.”
È una domanda difficile, ma chi preferiresti vedere vincere il campionato, il City o il Liverpool?
“Nessuna delle due. È come chiedermi se preferirei avere dei denti fatti di legno o delle gambe fatte di spugna.”
Chi è, secondo te, il Giocatore dell’anno dello United?
“Prima di Ole, non c’era nessun Giocatore dell’anno per me. Era evidente che non si divertissero a giocare. Da quando è arrivato [Ole Gunnar Solskjær], si può vedere come tutti vogliano la palla, i loro movimenti, si divertono e vogliono segnare; giocano con piacere e divertendosi adesso. Paul Pogba è grandioso, adesso. Ole ha trovato la posizione giusta per lui, ha una grande visione di gioco e un bel passaggio, può segnare e far segnare, impostare il gioco e difendere. Imposta il gioco e, ogni volta che ha la palla, è pericoloso. Può fare di tutto.”
Pogba ha ricevuto molte critiche per via dei suoi balli, delle sue acconciature, per ciò che pubblica sui social network etc. Qual è la tua opinione a riguardo?
“Da quando è arrivato Ole, non ha cambiato la propria pettinatura. Forse, ha fatto capire a Pogba che la sua priorità deve essere quella di giocare a calcio. Come prima cosa, devi essere bravo in campo, e poi puoi fare anche altro. Se perdi la concentrazione perché stai pensando più al tuo taglio di capelli che al calcio, non va bene. Le persone amano o non amano i giocatori a seconda di quello che fanno in campo. Se segnano e vincono, possono anche cambiare acconciatura; questo non è un problema. Ma prima bisogna restare concentrati: si deve pensare a vincere e al calcio.”
Marco Antonucci